martedì 22 novembre 2011

Perchè abbiamo paura della morte? Perchè abbiamo paura della fine? è istinto di sopravvivenza, quando il sistema vegetativo si attiva e sprigiona energia in una frazione di secondo...sì ma c'è anche qualcos' altro.
Se fosse solo istinto di conservazione della specie, i figli sarebbero sufficienti al fine della missione.

La funzione strutturatrice 

La coscienza non può vivere senza determinazione, per conoscere le cose deve attribuirgli il limite, a cominciare dal nome, che consente al pensiero di gestire l'oggetto, fino alla determinazione di se stessa sul piano dello spazio e del tempo, così creando l' IO.
Ogni cosa viene strutturata e delimitata, perchè la stessa coscienza/IO è strutturata in egual modo nella sua essenza.
Per questo motivo il suo lavoro è una costante ricerca di riferimenti, una caccia all'infinito e all'eterno, i due enti di massima indeterminazione, per dare loro una forma concepibile, imbrigliabile, afferrabile.
La coscienza sta all'infinito come Eros sta a Psiche: ovvero la coscienza ha pulsione erotica verso l'infinito.

L'immortalità

Così la coscienza vuole permanere, e se da una parte fissa i limiti al mondo per poterlo conoscere, dall'altra brama la vita eterna perchè è nell'infinito che si annida il senso.
Cerca tutte le risposte possibili sulla sua origine, scommette su un inizio come un big bang per appropriarsi di più conoscenza che può verso l'indietro (delimitando), ma nel profondo sente che, alla fine dei conti, i conti non avranno fine.
Quindi teme il limite estremo, di sè e di tutto, e contemporaneamente ha una naturale pulsione a sperimentare la trascendenza di questo limite, la trascendenza della morte.

Qualcosa da portare a compimento

Due sentimenti sovrapposti nella coscienza: l'angoscia del tempo che ha scadenza, e la bramosìa nella ricerca dell'infinito, o più propriamente l'esperienza del trascendere tempo e spazio, dove l'IO si disgrega perdendo la sua funzione di determinazione.
La coscienza passa questa vita nel tentativo di portare a compimento qualcosa nel tempo a disposizione, con un'intenzionalità che è quella stessa che è motore dell'intera evoluzione.
Una forza ben direzionata che dall' organismo unicellulare ha creato un agglomerato, e poi dall'uscita dall'acqua le varie trasformazioni fino all'essere eretto, sempre più in alto con una corteccia cerebrale sempre più sviluppata, la conquista della coscienza di sè e poi via sempre più ampia e estesa.
Un'intenzione evolutiva che ha una direzione precisa e non un'altra, e vuole portare a compimento quel qualcosa, attraversando un percorso tortuosissimo di lotta continua, di faticosi avanzamenti e retrocessioni, ma sempre proiettata più in là e verso l'alto.
Allo stesso modo l'individuo (IO nella sua auto-delimitazione) sente questa spinta in vita, e partecipa nel suo piccolo a questa trasformazione evolutiva, con la fretta di uno che deve guardare sempre l'orologio.

Perchè hai paura della morte?
Perchè vado di fretta, devo portare a termine l'evoluzione.

PS. niente panico, con la morte l'IO si dissolverà e perderà i riferimenti spazio-temporali, ma l'intenzione evolutiva permane eternamente e spinge sempre avanti senza limiti: Coscienza = Intenzione Evolutiva che brama eroticamente ---> Infinito

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One Response so far.

  1. è evidente che mi sono ispirato al famoso pensatore contemporaneo: "Cavalieri, si affrontavano come leoni per niente, si battevano in estenuanti tornei, ma perchè lo facevano, chi li spingeva a farlo, che c'era qualcuno che li spingeva? Spingitori di cavalieri!"
    http://www.youtube.com/watch?v=j0Gx0eCJoWU

    Spingitori di spingitori all'evoluzione!

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